Ingredienti:
AMARENE SNOCCIOLATE (1 kg)
VINO ROSSO (6 bicchieri, 750 g)
ZUCCHERO (250 g)
CANNELLA (q.b.)
CHIODI DI GAROFANO (q.b.)
SCORZA GIALLA DI LIMONE (q.b.)
FETTINE DI PANE (n. 20, 200 g)
Esecuzione
Portare ad ebollizione il vino in un recipiente
di coccio
Unire lo zucchero, la cannella, i chiodi di garofano
e la scorza di limone
Continuare a bollire fino ad evaporare la metà
del volume
Versare le amarene e lasciare sobbollire un attimo
Dopo aver separato gli aromi, travasare in una
zuppiera sul cui fondo sono disposte le fettine di pane
Mettere al fresco e servire
Note: la cottura nel vino
La preparazione è basata sulla "cottura"
del vino e sulla sua aromatizzazione con cannella e chiodi di garofano,
come per il "vin brulée". Questa operazione determina una forte
ossidazione delle sostanze fenoliche presenti in buona concentrazione nel
vino rosso (soprattutto in quello ottenuto dall’uva americana o Clinton,
un tempo tipica della Brianza e di tutta la zona prealpina).
Il vino così preparato manifesta una certa
proprietà antivirale (oggi dimostrata anche a livello scientifico):
non vi è dubbio dunque che la formulazione presentata abbia una
certa valenza di prescrizione verso i comuni malanni da raffreddamento.
Varianti
Sono conosciute versioni di questa zuppa che
risalgono al XVI secolo: secondo l’uso del tempo, le fette di pane erano
precedentemente fritte nel burro. Un’altra variante consisteva nel riempire
con il liquido e la frutta una "cassetta" di pane (cioè un panino
a forma parallelepipedo, privato della mollica) da passare in forno e servire
calda.
Abbinamenti
Accompagnamento ideale per questo dolce sarebbero un rosolio o il ratafià;
in mancanza di questi liquori fuori moda, il Moscato liquoroso dolce-naturale
dell’Oltrepò.
L'ingrediente: le amarene
Dette anche visciole o marasche (a seconda delle sottospecie di derivazione), sono i frutti del Prunus Cerasus (parente stretto del Prunus Avium che fornisce le cilegie dolci). Sono un frutto antichissimo, probabilmente originario dell’Estremo Oriente ma già acclimatato nelle nostre zone nel periodo neolitico, come testimoniano i ritrovamenti di suoi noccioli in insediamenti palafitticoli dei laghi svizzeri. La coltivazione delle ciliegie e delle amarene fu poi diffusa in tutto il Nord dell’Europa dai coloni romani. Rispetto alle visciole e alle marasche, che hanno un colore rosso scuro, l’amarena è caratterizzata da una tonalità più pallida e da un sapore fortemente acido ed amarognolo. Coltivata largamente in altre parti della penisola, in Lombardia l’amarena è presente come albero mantenuto presso le case di campagna per un consumo individuale e per decorazione. Ricche in acido citrico e in vitamina A, le amarene vengono utilizzate principalmente per conserve sotto alcol o per farne acquaviti, liquori e sciroppi.
by Marco Riva & Rossano
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