ANONIMO
MERIDIONALE - Libro A
Civero
de salvasino
Affare civero de carne salvacina tolli lepore et scortecalo et taglialu
in peze et lavalo cum bono vino et suffrigelu con larlo et cum cipolle
et tritalo multo bene lu polmone et lu fecato dellu lepore crudo in un
mortaro, et cola lo vino in quale fo lavata la carne, et destempera lu
pulmone et lu fecato collo dicto vino, et ancora lo cola et mictolo accociere
colle dicte carni, et mictice lo pepe, et se tu non poy avere lu fegato,
trova una erba che è dicta l'origano, et tollila et tritala colla
molica del pane brusciata al foco et bagnata in acito, et destempera et
cola sicomo è dicto desopra, et puni ad cociere colle dicte carni.
una
lepre
vino
lardo
cipolle
pepe
(origano)
mollica di pane abbrustolito
aceto
Per fare civiero di selvaggina prendi una lepre, levagli la pelle,
taglia in pezzi la carne, lavala con del buon vino e soffriggila in lardo
e cipolle; pesta bene nel mortaio a crudo i polmoni e il fegato della lepre,
filtrando il vino utilizzato per lavare la carne, e stempera il composto
di pomoni e fegato con esso, poi filtra di nuovo, e metti a cucinare con
la carne aggiungendo del pepe, ma se non riesci a procurare il fegato,
cerca l'erba che si chiama origano, prendila e tritala con mollica di pane
abbrustolita e inzuppata in aceto, e stempera e filtra come è già
detto, e aggiungi alla cottura della carne.
CENNI STORICI
Il "civiero" di selvaggina, o "civero", "civè"
o "civet" per i francesi, era una carne in umido, simile al salmì
ancora oggi in uso. Poteva così essere un piatto a sè stante
oppure una salsa da aggiungere ad altre carni, come la lingua di vitello
allo spiedo che, cotta, "coprasi di civiero o d'altro sapore", come consiglia
Scappi, o meglio ancora alla selvaggina, come riferisce Martino Rossi nella
ricetta dallo stesso titolo di quella qui presentata, dove alla fine della
cottura viene specificato di mettere la selvaggina nei piatti "et de sopra
gli metti de questo civero, et mandali a tabula". Ricetta di sicuro successo
è presente in quasi tutti i ricettari: nello stesso Libro A, ad
esempio, vi sono due versioni (l'altra è "Civiero de lebore", cioè
di lepre, nonostante anche la prima ricetta, qui presentata, utilizzi la
carne dello stesso animale) che differiscono non tanto per gli ingredienti
(vino, cipolle, aceto, pane abbrustolito e spezie compaiono in entrambe)
ma per la tripla cottura della seconda, dove la lepre viene prima lessata,
poi arrostita e quindi smembrata e cotta in umido.